NISSAN ITALIA S.r.l.
 
A tu per tu con Jann Mardenborough

                                         A TU PER TU CON JANN MARDENBOROUGH

Febbraio 2015

 

 

Come hai reagito quando hai appreso di esserti guadagnato un posto da pilota in categoria LM P1 con Nissan?

 

Me l'ha detto Darren (Cox) l'anno scorso mentre eravamo nell'area hospitality del GP3 a Monza. Io sono rimasto piuttosto sorpreso, non mi aspettavo una notizia simile, soprattutto perché non do mai nulla per scontato.  Una volta assimilata la novità, ho provato un'immensa gioia, e anche orgoglio, per essere stato scelto a rappresentare Nissan ai massimi livelli dell'automobilismo sportivo. È un grande onore e sono felice di far parte del nuovo team.

 

Tu sei stato il primo vincitore di GT Academy a competere sulle monoposto da corsa (Formula 3 e GP3). Questa esperienza ti sarà di aiuto in LM P1?

 

Senza alcun dubbio. Le gare su monoposto sono spietate. I primissimi giri sono quelli che contano, e per sfruttarli al meglio hai bisogno di velocità allo stato puro e di una consapevolezza totale.  Su una monoposto sei perennemente al limite, e questa esperienza - insieme a quella in LM P2 - mi sarà certamente utile in LM P1.

 

Nissan mi ha messo al volante delle monoposto per sviluppare le mie capacità il più velocemente possibile, e il fatto che io ora mi ritrovi in categoria LM P1 dimostra che è stata la mossa giusta.

 

Cosa si prova a confrontarsi sul campo con scuderie di LM P1 già affermate?

 

Al momento, l'LM P1 è tra le serie più competitive al mondo. Scendere in campo adesso e vedersela con tre formidabili costruttori è una sensazione adrenalinica. Per me è come un ritorno agli anni '90, quando l'automobilismo sportivo aveva un gran numero di protagonisti. Le gare, a quel tempo, erano fantastiche! Non vedo l'ora di vivere in prima persona questa emozionante nuova era delle corse automobilistiche. 

 

Il Campionato Mondiale Endurance FIA è una novità per te. Conosci bene tutti i circuiti?

 

Mi sono familiari tutti i circuiti europei, ma non conosco per niente COTA e Bahrain . Non sono mai stato in Cina, quindi anche Shanghai è un tracciato a me sconosciuto. Ho testato una vettura Super GT alle Fuji in passato, quindi conosco le caratteristiche di quel circuito. Già andare in tutti quei paesi è bellissimo, ma andarci per correre nella massima categoria è un'emozione indescrivibile.

 

Da quando hai vinto nell'edizione 2011 di GT Academy, qual è stata finora la gara che hai preferito?

 

Senza dubbio la 24 Ore di Le Mans 2014. Guidavo la Ligier-Nissan di Oak Racing e il momento che non scorderò è stato il quadruplo stint che ho fatto di notte. Adoro correre al buio, è un'esperienza unica nelle corse, soprattutto sfrecciare sul rettilineo di Mulsanne a 300 km/h: solo tu e la pista, una vera estasi. Non riesci a vedere bene cosa hai davanti, ma in fondo sai dove stai andando. È come un sesto senso.

 

Quello stint notturno è passato così in fretta. Per provare a spiegarlo, posso solo dire che mi sono ritrovato a spingere al 100% e totalmente al limite, come in una sorta di trance. Credo sia quello stato fisico e mentale che nello sport chiamano ‘in the zone’, ma per me è stato semplicemente un momento molto speciale.

 

I colleghi ti trattano in modo diverso per via del tuo background di videogamer?

 

Non ci faccio molto caso, ma è vero che in GP3 mi chiamano il ‘gamer’. Ma non mi dispiace, anzi: è un'etichetta fantastica da portare.  Se fossi cresciuto a ‘pane e go-kart’, darebbe molto fastidio anche a me farmi battere da qualcuno che arriva fin qui passando per la PlayStation! 

 

Cosa dicono i tuoi amici di Cardiff del fatto che sei diventato un pilota automobilistico? Come fai a spiegare loro cosa sono le corse in ‘LM P1’? 

 

I miei migliori amici sono più invidiosi dei paesi che visito piuttosto che delle meravigliose auto su cui corro. Quest'anno impazziranno d'invidia!  Gliel'ho detto che cos'è l'LM P1: ho spiegato che in pratica significa correre su una vettura con il tetto, non di Formula 1 ma altrettanto veloce!

Significa che il sogno di correre in F1 è finito?  

No, assolutamente no. Le auto da corsa hanno ancora rilevanza. Come hanno dimostrato in passato piloti del calibro di Mika Hakkinen, Mark Webber e Michael Schumacher, puoi fare carriera nel mondo delle auto da corsa e poi arrivare fino in F1. È solo il percorso a essere diverso. Strada facendo impari molto, e sono tutte esperienze che servono.


Qual è la tua massima ambizione?

Ne ho due ed è difficile scegliere. Voglio competere in Formula 1... e devo ancora conoscere un pilota che non desideri la stessa cosa. Ma ho anche questo desiderio struggente di vincere la 24 Ore di Le Mans. Non riesco a immaginarmi nulla di più gratificante.

Da inizio 2014 partecipi a un programma di addestramento piloti con Infiniti Red Bull Racing. Cosa hai imparato finora?

 

Ho imparato soprattutto a concentrarmi sui più piccoli dettagli della preparazione in vista di un week-end di gare e sulle giornate di gara stesse. Con preparazione intendo esaminare con cura i dati, andare a vedere le prestazioni passate, prestare attenzione a eventuali trend emersi... approfondire al massimo, insomma.  Quanta più esperienza maturi, tanto più piccoli diventano i miglioramenti possibili. Quindi devi rovistare tra gli aspetti meno evidenti, in cerca dei piccoli tasselli. Credo sia la cosiddetta teoria dei ‘Marginal Gains’ della squadra di ciclismo britannica. In Infiniti Red Bull Racing sono bravissimi a sviscerare tutti i dettagli di una performance.

 

Hai parlato di ciclismo. Tu sei stato mentore di Sir Chris Hoy, che condivide il tuo stesso sogno di correre a Le Mans. Sappiamo che gli hai insegnato parecchio sulle corse al volante, ma da lui hai imparato qualcosa?

 

In tema di auto, no. Ma mi ha dimostrato che si può passare da uno sport a un altro completamente diverso, e che se ti impegni davvero duramente, puoi avere successo. Un approccio che mi è stato di forte ispirazione. Per lui è stato un traguardo incredibile passare dal ciclismo alle corse su quattro ruote e vincere una gara, già così presto, niente di meno che a Spa.


Giochi ancora con la PlayStation?

Sì, quando ho tempo. Di solito vado di Gran Turismo, ma mi piacciono anche i giochi di guerra, come Battlefield 4. Sono per natura molto competitivo, quindi mi piace giocare online - è ancora una mia passione.  

 

Cosa diresti a chi è interessato a partecipare a GT Academy?

 

Se hai sempre voluto diventare un pilota, se segui la Formula 1 in TV e pensi di poter fare di meglio, allora provaci. Non si sa mai: potresti scoprire di avere un talento nascosto, e guarda dove potrebbe portarti!





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